Team Leader: Gabriele Magna

 

Per metodi flussimetrici si intende un insieme di metodi che possono essere utilizzati per la validazione delle proprietà di assorbimento dei materiali, come ad esempio nel caso dei sensori di gas. In questo ultimo caso è necessario acquisire la risposta dei dispositivi in ambiente controllato, cioè in un’atmosfera in cui è possibile regolare in modo accurato e preciso la concentrazione del gas analita oggetto di esame per la stima della sensibilità, limite di rilevamento e selettività. Nel caso dei sensori con uscita digitale, l’output del dispositivo riporterà direttamente la concentrazione del gas analita in esame, grazie a un protocollo di misura e calibrazione interno. Nel caso di sensori analogici, la calibrazione o la validazione delle rette di calibrazione richiede la misura della grandezza in uscita del sensore (es. resistenza o potenziale elettrico) prima in un ambiente di riferimento in funzione di stimoli chimici a differente concentrazione.

I metodi flussimetrici possono essere inoltre impiegati per la validazione delle prestazioni di sensori di gas commerciali. A causa della scarsa riproducibilità di fabbricazione di questa classe di sensori chimici, normalmente l’utilizzo della retta di calibrazione riportata nei datasheet di questi sensori richiede l’acquisizione di un valore di riferimento in condizioni note e controllate. Normalmente questo valore è acquisito in condizioni standard (in aria sintetica a 25 °C e 50% umidità relativa). Talvolta il punto di riferimento è relativo alla risposta del sensore ad una determinata concentrazione di analita (es: 100 ppm di CO). Il campo di applicazione di questo metodo si estende quindi alla validazione e acquisizione del valore di riferimento di tutti i sensori di gas